ARISTOTELE

 ARISTOTELE


Aristotele (Stagira, 384 a.C./383 a.C. – Calcide, 322 a.C.) è considerato, assieme a Platone, il filosofo più importante per l’evoluzione del pensiero occidentale. Figlio di un importante medico, nel 367 circa si reca ad Atene per frequentare l’Accademia di Platone (dove resterà fino alla morte del maestro), poi è ad Atarneo, in Asia Minore, e poi a Mitilene, sull’isola di Lesbo. In questo periodo si dedica alle ricerche in campo biologico.


Se Platone era per molti versi revisionista, Aristotele è un descrittivista, che evolve dalla filosofia platonica in direzione dell’empirismo: interessato alla fisica, alla botanica e alla zoologia, egli apprezza le abilità retoriche e poetiche e l’azione al punto di criticare il cognitivismo socratico. La sua più importante presa di posizione rispetto a Platone, in ambito metafisico, sarà negare la separazione delle idee dalle cose, e da qui muovere verso una sua metafisica, alternativa e antagonista a quella platonica.

L'ideale filosofico di Aristotele è la fedeltà al realeCoerentemente, i diversi aspetti del reale devono essere studiati da diverse discipline scientifiche, che abbiano approcci diversi a seconda del loro oggetto; e ogni oggetto del mondo può e deve essere studiato anche sotto diversi aspetti.
Gli scritti di Aristotele muovono da domande e problemi intorno all’argomento trattato; più che uno stile rigorosamente sistematico, abbiamo a che fare con una raccolta di dati, una registrazione di fenomeni, dei quali fanno anche parte le opinioni comuni o di chi si è espresso precedentemente sull’argomento considerato, specie dei più competenti (segno questo della fiducia di Aristotele nella capacità umana di comprendere il reale). La dialettica per Aristotele è quel processo che mette in relazione le opinioni per integrare, scartare l’assurdo, trarre conclusioni generali, rielaborare a un livello superiore di rigore.

Ma l’ideale di Aristotele non è una raccolta di dati, bensì una scienza assiomatizzata. Negli Analitici primi Aristotele parla della deduzione, della dimostrazione, del sillogismo; negli Analitici secondi parla dei principi indimostrabili ed evidenti colti dall’intelletto (Nous). Ci saranno principi propri di ogni scienza, e assiomi generali, comuni a ogni sapere.

Se i suoi scritti appaiono talvolta poco sistematici, non è perché ad Aristotele manchi un atteggiamento scientifico, quanto perché, rispetto alle scienze, egli mostra piuttosto un atteggiamento fondativo.
Aristotele distingue due macrotipologie di sapere, in base ai loro oggetti, che sono il necessario e il possibile. Il sapere di ciò che è necessario appartiene alle scienze teoretiche: matematica, fisica, metafisica. Il sapere del possibile è costituito dalla pòiesis, cioè la produzione che ha il suo fine nell’oggetto prodotto, e dalla praxis, ovvero l’azione, che ha il suo fine in sè.

Jacopo Nacci, classe 1975, si è laureato in filosofia a Bologna con una tesi dal titolo Il codice della perplessità: pudore e vergogna nell’etica socratica; a Urbino ha poi conseguito il master "Redattori per l’informazione culturale nei media". Ha pubblicato due libri: Tutti carini (Donzelli) e Dreadlock (Zona). Attualmente insegna italiano per stranieri a Pesaro, dove risiede.

Commenti

Post popolari in questo blog

SOCRATE

FISICI PLURALISTI